La questione sembra ormai improrogabile, i robot svolgono azioni e compiti sempre più articolati, alcuni sono persino in grado di provare emozioni e capire i sentimenti umani. Per questa ragione, un gruppo di lavoro della Commissione Europa, coordinato dalla parlamentare lussemburghese di centrosinistra Mady Delvaux, si sta occupando di tale intricata questione, che dovrebbe, come preannunciato, portare al riconoscimento di un qualche status giuridico per le macchine intelligenti.
La questione è stata sollevata soprattutto in seguito al considerevole numero di robot che ogni anno vengono acquistati. Il documento prevede la definizione di robot come “persone elettroniche” e la creazione di un’ apposita Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale. Il gruppo di lavoro prenderà in considerazione tutti i tipi di robot, da quelli industriali a quelli chirurgici, fino ai droni. Il documento ha come obiettivo quello di proteggere dati personali e prevenire l’hacking, ma anche di tutelare gli umani che interagiscono con le macchine intelligenti. La Commissione si occuperà inoltre di rendere accessibile a tutti l’utilizzo dei robot. Tra i temi toccati dal documento, la responsabilità delle macchine nei casi di danni alla proprietà altrui, o le modalità di accertare un legame di causa-effetto tra il comportamento di un robot e un danno provocato, l’accesso al codice sorgente delle macchine, che dovrebbe essere sempre disponibile. Ancora più importante sarà invece la creazione di un vero e proprio codice etico rivolto a tutti coloro che lavorano nel campo della robotica, il quale ricalcherà i quattro principi di Asimov: beneficenza, non-malvagità, autonomia, giustizia.