I dispositivi prodotti da ZTE sono infatti dotati di componenti realizzati principalmente dalle compagnie americane Qualcomm, Intel e Broadcom e l’apertura al mercato iraniano da parte dell’azienda cinese non è stata vista di buon occhio dagli Stati Uniti, che hanno imposto un controllo sull’operato della compagnia.
Tuttavia, le procedure di verifica sono state ora rimandate a febbraio 2017. La tregua arriva dopo la nomina di Matthew Bell a capo delle esportazioni di ZTE, affidandogli un ufficio negli Stati Uniti.
Nonostante ciò, se il divieto verrà in ogni caso imposto allo scadere dei 90 giorni, la compagnia cinese non sarà in grado di stringere accordi commerciati con gli USA, tagliando fuori un’importante fetta di mercato.
Non ci resta che attendere il prossimo febbraio per conoscere l’esito della vicenda.